martedì 8 marzo 2011

Solo poche parole

Dear,
questa la lettera che non spedirò mai, le parole che non sentirai più, l'eco che sottovoce mi tormenta.
Quando sono troppe le frasi che si vorrebbero urlare, finisce sempre col romperle a metà, così so che inizierò a scrivere queste poche righe, senza sapere cosa diranno o non diranno.
Sto bene (e ti importa?), sono felice (?) (e t'importa?), ti penso (e t'importa?).
Sono travolta da mille impegni, viaggi da organizzare, nuove conoscenze, talvolta mi compiaccio a trascinar nell'imbarazzo uomini che vorrei mi tenessero testa o mi lusinga il momento delle mie facili conquiste. Vivo attimi di passione intensa, vivo l'attesa come un'adolescente innamorata, ho imparato a ridere, di un riso fanciullesco che avevo scordato.
A me stessa chiedo ogni giorno cosa voglio e chi sono; sempre, vicino, latente, il terrore di ricadere...e di perdere questa sottile serenità, mussola leggera.
Una settimana di solitudine non mi spaventa, così come non mi disturba far l'alba tra un bicchiere di Martini ed uno di Porto. La sensazione di aver ritrovato me stessa, vale più di ogni altra cosa. Parlo meno di te ma ti penso immensamente e tutto quello che vedo, rassomiglia agli oggetti che insieme abbiamo toccato. Cos'ho di più caro? Tu cosa ne puoi sapere? Hai sempre creduto di capire, ma la sera ti oscuravano i pensieri.
Sulla mia scrivania l'Aleramo e Baum e Moran e la Contessa Lara, tutto mi riporta a te. Alle pareti i disegni di Schiele e dei nudi fotografici acquistati in un paesino della Toscana tempo fa. E perdo il senso della realtà quando rimango sola. Torno dentro una bellissima lettera, dentro il ricordo di "noi" e di quello che il "noi" ha rappresentato. Mai nessuno lo capirà.
Sono scostante e contraddittoria, sono più buona, passo da notti insonni a giorni gonfi di sogni. Mi sono disabituata a "sentire" come io amavo sentire. Forse soffrendo. Sono una viziata egoista: prendo, prendo e prendo ancora.
Da quando non ti vedo, ho abbassato il ponte e aspettato tutto il bene con trepidazione e felicità, ma la vita è fatta anche di attimi malefici, e le distanze si rifanno enormi.
Sono così piena di vita e di sentimenti d'amore e slancio, perchè siamo lontani? Non giochiamo con le parole, lentamente abbiamo vivisezionato l'anima nostra e dov'eri il giorno del mio compleanno?
Ho capito, in questo breve tempo, che esistono un piano per l'umanità ed uno per l'interesse. Il primo è fatto di strade tortuose e diaboliche, ma di cieli immensi ed esplosivi; il secondo ti accompagna per giorni e per mesi ti abbandona nelle stanze vuote, dove ritirarsi in se stessi è l'unico rimedio. L'interesse. Ma cosa c'è da vedere? Già non me lo si legge in volto l'intero guaio che vestirò tutta la vita? E perchè perdere tempo per interesse; uomini e donne passano, arrivano, si illudono di prendere e poi vengono rispediti al mittente. E' il mio mestiere.
E mi piace pensarti felice. Mi piace pensarti col sorriso nel meriggio. Come sono contenta che esisti, scoppio di gioia perchè ho avuto la fortuna di incontrarti.
Qui relazioni sociali come in un club inglese di golf, i discendenti delle scimmie non riescono a conquistare il mio rispetto e le persone civili non mi entusiasmano.
Molte cene e giochi seduttivi, qui devozioni e corteggiamenti. C'è chi capisce che non basta solleticare un leone per renderlo docile.
Vorrei dirti molte più cose, ma il pudore mi frena.
Ti lascio solo il bacio che è stato.
Mimì