martedì 21 settembre 2010

Di notte

Inutile illuderci dei pochi caldi spiragli di luce, quella morente dell'estate; è autunno, ormai, e lo sento dall'aria fredda della sera. Quest'aria inquieta e sorda e muta che sibila alle finestre.
Sono giorni che non scrivo e ogni volta mi sembra di perdere una parte di me, sento strappare quella vena che mi salva dalla lieve depressione. La depressione assenza-scrittura. Passano i minuti al telefono, le ore di conversazione alle cene, i partyes organizzati, le ricerche fotografiche, le difficoltà d'essere compagna, e poi torno alla letteratura.
Sforno frasi e pagine quasi tutte le notti, le annoto su un blocchetto ad occhi chiusi, mentre fuori dalla mia camera il mondo dorme. Al mattino non sono che scarabocchi infantili, forme geometriche e simboli indecifrabili; provo a ricordare e riporto in "bella copia" sul diario.
Chissà perchè Dio mi bacia nel mezzo della notte.
Dovrei lavorare ad un articolo, ma ho la testa altrove:
1. mi interrogo sui rapporti umani
2. penso all'inaffidabilità di alcune categorie di mestiere
3. ho un senso eccessivamente poetico della vita
Passati circa 90 minuti, il tempo di una partita di calcio senza recuperi, a guardare il soffitto e cercando di darmi delle risposte, sento un leggero/enorme vuoto:
1. mi mancano terribilmente le brillanti conversazioni filosofiche sulla vita (...)
2. sento il bisogno di vedere il mio primo psicologo
3. temo, sorridendo, di andarmene molto presto
Detto/scritto questo, lascio il mio blog con un pensiero, non meno pessimista di molti miei altri, ed è quello della convinzione che a nessuno importa di nessun'altro. Siamo degli egoisti. Nessuno escluso. L'altruista più puro è colui che aiuta il prossimo per compensare il suo bisogno di dare, per sentirsi accettato o in pace con se stesso. Con l'illusione di avere la coscienza a posto, si dorme sogni sereni.
And so...




venerdì 17 settembre 2010

Lapsus

Questo scatto è un esempio di "lapsus freudiano".
La scritta sul corpo della modella avrebbe dovuto essere questa: http://miriamdenicolo.blogspot.com/2010/08/simona.html
Mentre utilizzavo il mio Chanel Rouge Passion sul decoltè della bella ed ignara Simona, mi sono accorta di aver scritto la frase sbagliata! (risate a non finire). La cosa più buffa è che Simona vorrebbe sapere quale "amico" avrebbe dovuto prendersi!
Accanto, foto di un anonimo veneziano...

L'attesa


5.


M.


-pre-


M.


lunedì 13 settembre 2010

Tra(i)vestimenti

(foto di Jan Saudek)

Quando la vita, per così dire pubblica, è in contrasto con il sentimento intimo e privato, il rischio della sofferenza è inevitabile. Tragico.
Molte delle nostre convinzioni rispetto ad altre persone, sono basate (ahimè) su preconcetti e pregiudizi, o sul semplice aspetto esteriore. Ovviamente, nessuno si prende la briga di domandare ad un drogato "perchè ti droghi?" o ad una ragazza di strada "perchè ti prostituisci?". Portando questi esempi estremi intendo dire che l'interesse reale verso l'altro, è cosa assai vaga. E questo "altro" , sarà difficile che vaghi con tanto di cartello al collo scrivendoci "Soffro, aiutatemi".
Sopraffatte dal pensiero che nessuno abbia il loro lessico, queste persone si buttano allo sfascio totale, attraverso forme di autolesionismo (chiaro richiamo d'aiuto).
Chi è più forte (almeno apparentemente) riesce a nascondere con scioltezza e disinvoltura il groviglio interiore. La facciata sarà quella di sempre, magari di persone allegre e ben disposte agli altri.
Io stessa sono giunta alla conclusione che senza maschere non si può vivere. Molto meglio chiudere con tre mandate la porta della propria emotività, piuttosto che permettere ai ladri di entrare e fare scorpacciata.
La vita mi ha reso questo ancora più difficile, la morte prematura di persone care, le amicizie finite per chissà quali gravi motivi (...), il rapporto di forza con gli uomini. E si diventa mute, inevitabilmente.
E in momenti come questi, quando i pensieri vanno altrove (e se vanno altrove sprofondano sempre nel buio, maledetti), quando sai che la notte davanti a te sarà un'altra notte insonne, vorresti essere uno scriciolo di sei anni alle prese con i vestiti di una Barbie (io a sei anni ero solita fare altre attività, ma sorvolerei) o pensare se hai messo mirra o incenso nel turibolo. Nient'altro. Tanto continuerai a ricevere carezze da mani sconosciute (anche quando parlano già di "relazione") che vedranno solo un bel visino che volta le spalle e non le lacrime che stanno per solcarlo.

Disillusioni

C'era chi scriveva romanzi con i caffè, io questa sera mi limito al blog, dopo le quattro tazzine macchiate della giornata.
Dopo svariate elucubrazioni mentali, sono giunta ad un pensiero, e cioè, data la mia diffidenza cronica, giungerò nella vita, ad una di queste condizioni:
1. sarò sola e senza un reale confidente a cui regalare me stessa e la mia esperienza
2. mi farò bellamente pigliare per il sedere, con tanto di "grazie" dopo un sorriso.
Solo Dio lo saprà, se ovviamente vivrò tanto a lungo da poter giungere almeno al bivio di queste strade.
(nella foto Anne Sexton)