Settimio Benedusi è quel tipo di padre che butta in acqua il proprio figlio per insegnargli a nuotare.
Uomo dal forte intuito e grande trasportatore dal nome bizzarro, mi invita al TPW, il workshop fotografico che accoglie fotografi da ogni parte del mondo, i maestri della luce.
TPW, Time (for) Perfect Workshop e i polmoni gonfi per il panorama della Toscana, i campi di una perfetta cromìa, il silenzio sororale delle campagne.
I corsisti sono ragazzi di età differenti, ognuno con le proprie ansie, timidezze o insicurezze, ma con una grande passione in comune: la fotografia.
Pochi arabeschi di voci, ma il battito delle loro emozioni lo sento come il rombo di un motore che si sprigiona in immagini, perchè il loro obiettivo è IL "progetto" e alcune menti vergini vegetano senza parentele. La forza del buon Settimio entra in gioco soprattutto in questi momenti, parlando con franchezza, con i suoi "vaff..." come sorsate d'acqua gelida. E le menti dei ragazzi, da fogli immacolati, si aprono come gusci di un mollusco di mare.
Questa è felicità, penso.
Il luogo dove il bicchiere lo vedi mezzo pieno. Dove si ha la forza di rimanere svegli anche quando il fisico sembra abbandonarti. Tutto dilaga in una lava di melassa, e stranamente non mi irrita. Gli abbracci, le lacrime, i regali inattesi; vedo i gesti di questi estranei, modelle e corsisti, quasi sconosciuti e li associo ad una malattia contagiosa con gli occhi di un paziente impavido. Ne sono "affetti" e non li temo. Come un formicolìo nelle vene senza lesinare amore, ma donandolo.
Giorni ebbri di gioia, condivisioni e risate; l'instancabile ironia di Giorgio, l'eloquenza di Settimio, le frasi passate alla storia di Calogero e gli incontri/scontri di persone che magari non rivedrai più.
La compagnia di altri corpi mi lascia sempre un senso di tristezza. E chissà perchè dietro questi volti aperti al sorriso, io vedo la ruvidezza delle loro vite. La sensibilità. Che stanca. E allora penso non si possa far altro che imparare dalle battute, di spirito, se rimane...
Rimarrà il sopracciglio spigoloso di Settimio intento ad ascoltare, la bocca convulsa di un corsista che sbaglia, il piacere di aver ritrovato un amico, Adolfo, la gentilezza di Gabriele, la sensibilità di Checchina, l'attenzione silenziosa e gatta di Simona e la mia retraite sentimentale.
E il cuore dice che vorresti sciogliere la volontà, in questo luogo, come una forza dèflocquement, che squaglia le ossa. Perchè da una porta può aprirsi un fascio di luce a decumano. E tu potresti essere proprio davanti a quella porta.
(to be continued...)