martedì 12 ottobre 2010

Editoriale moda







Editoriale su "Libero Stile"
Model: Danielle (Urban Management)
Make-up/Hair: Elisa Rampi
Styling: Hye Jin Lim
Photo: Miriam De Nicolò
@ Cool Hunter Italy

lunedì 11 ottobre 2010

Danielle@Editoriale


















































Model: Danielle (Urban Management-Milano)
Photo: Miriam De Nicolò
A breve posterò l'Editoriale moda pubblicato su "Libero Stile", inserto di "Libero".

Nonsense

E' ottobre, il mese del raffreddore. Il benzinaio di fiducia mi ha donato due castagne di ippocastano contro il malessere.
Godo di ottima salute, per ora, tanto da suscitar l'odio della mia dottoressa:
"Signorina, lei mangia quanto un uomo di 80 chili, prediligendo la poltrona e i libri all'allegria delle palestre (allegria?!?), non ingrassa, nessun disturbo alimentare e se non mi ferma potrei cacciarla dal mio studio tant'è l'invidia!"
E' ottobre, bevo Kusmi Tea al posto del fresco Yerba Mate, leggo biografie di donne suicide al posto di sfogliare eccellenti riviste di moda, rimango a scrivere fino a notte fonda, invece di fare il bagno di Mezzanotte.
E' ottobre, dovrei fare il mio lavoro, scrivere, e invece mi ritrovo qui a spulciare pensieri.
Del tipo: Sono gelose l'una dell'altra le concubine? Si innamorano spesso le gheishe? Come si può non avere fantasia? Come può una donna essere fiera di andare in un luogo dove altri uomini la vedono sudare e faticare come un camionista sotto il sole di agosto? La "palestra" si può ricreare nell'intimità di casa...
Probabilmente dopo un litro di Veuve Clicquot, direi le cose con una logica sequenziale...

domenica 3 ottobre 2010

La parola è dolore

Appena finito di leggere i diari di V.Woolf. Ho un senso di inutilità e tristezza che mi inonda gli occhi. Non è proprio tristezza, sono malinconicamente appagata dalla lettura, perchè credo già di amare questa scrittrice, a modo mio e perchè la lettura mi chiude in un mondo vellutato, così profondamente lontano dal resto del mondo, che ora non sopporto.
Ho solo molto desiderio di solitudine e l'unica attività a cui vorrei dedicarmi è la lettura. Inizierò "Orlando" e poi seguirò per "Le cose che accadono" e magari farò un po' di pausa con la Mitologia Greca, come mi ero promessa, per poi ritornare alla Woolf con "Gita al Faro".
Mi alzo dal divano dopo ore di immersione nelle parole, ancora con le lacrime agli occhi , da questo sentimento strano, che non riesco a descrivere, vado al bagno (...) e scoppio in sighiozzi, seduta sul water. La scena, vista dal di fuori, mi fa sorridere, ma continuo a singhiozzare. E' tragicomica. Il water, il rumore dell'urina sul fondo, il dolore del pianto.
Decido di mettermi al pc a scrivere queste poche righe, ma sento di non saperlo fare, è come se avessi "libri da dire", ma non avessi la consapevolezza della capacità. E questo mi blocca ed il senso di inutilità, di sentirmi una formica sotto un camion, aumenta. Poi penso "chisenefrega" e semplicemente sfogo le "scritte" che mi si presentano nella mente. Perchè ogni volta che vorrei dire qualcosa, prima mi si forma come una foto, come un'immagine in testa, e prendono forma le parole, in nero, sul foglio bianco. La penna credo sia una stilografica.
Vuoto allo stomaco, tremolìo delle mani, nausea e sussulti, forse è solo il periodo di ovulazione che mi scombussola così. Che mi fa sentire una bambina sola, che mi commuove alla vista di un cucciolo di cane (come iersera, in mezzo ad una festa di una ventina di persone, con tanta alta musica...)
E tutte le stranezze che mi fa provare, sempre il periodo pre-mestruale (?): come il desiderio di trovarsi in quello stato d'animo di Alice nel paese delle meraviglie, quando legge sotto un ciliegio e cade nel turbinìo dolce e soffice del sonno. E i sogni si fanno realtà.
...
La pagina sarebbe un continuo tentennare di puntini di sospensione , se volessi essere precisa nello spiegare... e non avrebbe un'immagine adatta a sintetizzare tutta questa confusione. Non sarebbe nera nè bianca, ma nemmeno grigia o delle sfumature infinite di grigio. Nè perla, nè antracite. La lascio così. Lascio posto solo alle parole.